Tantra & Amore

Perché l’uomo ha paura della sessualità femminile? Riflessione tantrica.

L’uomo ha paura della sessualità femminile. È un dato di fatto che emerge proprio dall’atteggiamento tipico maschile nei confronti delle donne disinibite, erotiche, sessualmente potenti. Pensate per un momento al persistente giudizio nei confronti di donne che subiscono aggressione sessuale: se erano in abbigliamento provocante, se sono uscite da sole in orari notturni, se hanno accettato un incontro erotico fugace, allora “se la sono cercata”. Dunque la donna sessualmente disinibita “deve” essere attaccata e distrutta, il suo “potere” deve essere cancellato. Perché? Perché gli uomini ne hanno paura.

Cerchiamo di capire perché l’uomo ha paura della sessualità femminile, ponendoci da un punto di vista tantrico. Iniziamo con una citazione illuminante, che ci porta molto lontano nel tempo, affondando nell’era in cui il mondo era matriarcale e la sessualità femminile era dominante. Alle radici della paura della sessualità femminile potrebbe esserci il timore che chi genera la vita possa anche toglierla:

“C’è un mito persiano sulla creazione del mondo che precede quello biblico. In esso è la donna a creare il mondo, e lo fa con un atto di creatività naturale che è suo e non può essere duplicato dall’uomo. Mette alla luce un grande numero di figli. I figli, grandemente stupiti da questo atto che essi non sono capaci di ripetere, si spaventano. Pensano: ‘Come possiamo essere certi che così come dà la vita non possa anche toglierla?’. E così, a causa della loro paura di questa misteriosa capacità della donna, e della sua eventuale reversibilità, la uccidono”.

Frieda Fromm Reichmann, On the Denial of Women’s Sexual Pleasure (1956)

Nella visione tantrica del maschile e del femminile, vi è un rapporto paritario tra esseri completi ed evoluti, con una maggiore attenzione e centralità della donna.  La sessualità femminile è maestra dell’unione erotica e la donna è maestra tantrica della coppia. Non è affatto così al di fuori di questa visione, perché? Alla radice di ogni reazione repressiva sull’espressione erotica femminile, ci sono una serie di tabù e condizionamenti patriarcali residui, tutti originati dalla paura.

Perché la sessualità femminile spaventa l’uomo?

Di cosa ha paura l’uomo?
• Paura della capacità generativa femminile, che è quella che emerge nella citazione iniziale
• paura della possibilità (non piacevole ma tecnicamente fattibile) che ha la donna di sostenere un rapporto sessuale in qualsiasi momento, a prescindere dal suo stato eccitatorio (da questo punto di vista, la donna è “sempre” potente, l’uomo no),
paura che le donne usino l’attrazione sessuale per guadagnare potere sull’uomo.
Riassumendo: gli uomini temono di essere soggiogati e dominati dalle donne attraverso la loro sessualità. L’uomo teme di perdere potere.

Queste sono le principali paure che hanno generato secoli di repressione e contenimento sessuale femminile. Paure talmente forti da giungere a condannare il piacere della donna, perfino nell’ambito matrimoniale.
Non a caso si parla di “doveri coniugali” femminili e di “diritti coniugali” maschili. Non a caso nel corso del XIX secolo la “donna-moglie-madre” non doveva trovare il rapporto sessuale piacevole e si incoraggiavano i mariti ad essere “sbrigativi” e bruschi, perché ritenevano che l’eccitazione femminile intenerisse tropo i tessuti e quindi diminuisse la capacità della donna di restare incinta e portare a termine la gravidanza.

Non a caso in molta dell’attuale letteratura “rosa” si descrivono proprio reazioni iniziali di rabbia e odio da parte del personaggio principale maschile nei confronti della protagonista femminile che provoca in lui l’eccitazione ed il fremito dell’innamoramento. Questo schema narrativo, nel portare avanti il concetto “l’amore fa paura” e nel trattare apparentemente della difficoltà di ammettere i propri sentimenti, in realtà usa una leva molto più antica e subdola: l’uomo teme la donna che scatena in lui incontrollabili pulsioni sessuali. L’uomo ha paura di perdere il potere.

Tutte queste paure non hanno di certo impedito agli uomini di appropriarsi della risorsa rappresentata dalla capacità generativa femminile e di farla oggetto di profitto. Possedere e schiavizzare le donne significa anche sfruttarle come lavoratrici e oggetti sessuali.

Questo tipo di mentalità, che si trova sul versate opposto rispetto al Tantra, pur essendo de-istituzionalizzata e stigmatizzata, è purtroppo ancora presente e radicata profondamente, perché il mondo, a partire dal sesso, è ancora fatto su misura per l’uomo, mentre la donna resta latente e assoggettata, repressa e bloccata.

La donna, fin da bambina, si trova sottoposta a pressioni e condizionamenti contrapposti, provenienti dal residuo patriarcale e dalle conquiste femminili:

– essere moglie “perbene”
– essere appetibile come moglie, quindi apparire “per bene”
– dipendere da un uomo potente
– essere sottomessa all’uomo
– fare figli
– rispettare i tabù
– essere asessuale fino al matrimonio
– essere lavoratrice e indipendente
– fare carriera
– essere oggetto di piacere per uomini potenti
– essere sessualmente disinibita
– violare i tabù

Si tratta di spinte inconciliabili che generano inevitabilmente frustrazione, sensi di colpa, insoddisfazione.

Sul piano corporeo si traducono in rigidità, blocchi perdita di sensibilità.
Sul piano mentale in fantasie represse e tensioni.
Sul piano emotivo in una serie di emozioni non riconosciute, non validate e non vissute.
Sul piano energetico in una costante perdita di vitalità.
Sul piano sessuale in una dimensione erotica compressa, limitata e insoddisfacente.
Sul piano relazionale in una costante conflittualità o nell’incapacità di relazionarsi a livelli profondi e autentici.

Il tantra pone una grande attenzione al femminile e alla sessualità della donna. Un percorso di crescita personale e relazionale ad approccio tantrico non può prescindere da un grande lavoro di destrutturazione dei residui patriarcali e ricostruzione della dimensione erotica femminile.

Ovviamente il Tantra pone attenzione anche all’uomo e alla sua paura della sessualità femminile, destrutturando in lui le contraddizioni ed i condizionamenti patriarcali residui che gli impediscono di instaurare una relazione sentimentale e sessuale paritaria e soddisfacente. Spesso dietro a questi atteggiamenti maschili di distacco, dominio o condanna nei confronti della sessualità femminile si cela una profonda insicurezza della propria virilità, vale a dire la paura di non essere abbastanza maschi e potenti da sostenere il confronto con una donna pienamente sessuale.

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