Nel 1967 John Lennon scrisse una canzone intitolata “All you need is love“, un titolo che tradotto significa “L’amore è tutto ciò che ti serve“. Lo stesso uomo, che esercita ancora oggi sul pubblico un fascino da quasi “santo”, picchiava le donne, ha abbandonato un figlio (con il quale era spesso violento) e rimpiangeva di non aver provato ad avere rapporti sessuali con la madre.
30 anni dopo Trent Reznor ha scritto una canzone intitolata “L’amore non basta“. Lo stesso uomo, famoso per i suoi video aggressivi e le sue sconvolgenti esibizioni sul palco, ha cancellato una serie di tour e posticipato la registrazione di alcuni album per stare con la moglie e i figli, quando più era necessario.
Uno di questi due artisti rappresenta una visione realistica e consapevole dell’amore. L’altro altro no.
Uno di questi due artisti ha una visione idealizzata in cui l’amore risolve tutti i suoi problemi e non occorre altro. L’altro no.
La nostra cultura, la nostra società e la nostra storia esaltano la visione distorta dell’amore come obiettivo di vita, cura di ogni male, cancellino magico per eliminare il dolore dalla nostra esistenza.
Se assecondiamo questa visione, ignoriamo di conseguenza valori fondamentali come il rispetto, il dialogo, l’umiltà, la libertà e l’impegno verso il partner: se basta l’amore, perché preoccuparsi di tutte queste cose, che richiedono coraggio e duro lavoro su noi stessi e sulla relazione?
Se, al contrario, ci convinciamo che “L’amore non basta”, allora è più facile capire che le relazioni sane e durature richiedono qualcosa in più che la semplice emozione o la passione, che non è sufficiente innamorarsi ma è necessario darsi da fare.
Il problema maggiore della visione idealizzata dell’amore è che è un potente generatore di aspettative irrealistiche sul partner e sulla vita di coppia, le quali operano un costante sabotaggio della relazione stessa, impedendoci di crescere e di farla crescere.
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