Ricerca dell’amore: un approccio tantrico. Esiste l’anima gemella?

La ricerca dell’amore perfetto e dell’anima gemella. Quanti miti romantici sopravvivono ancora su questo argomento? Se è “quello giusto” o “quella giusta” tutto andrà perfettamente bene e non ci sarà bisogno di alcuno sforzo per relazionarsi in modo felice e appagante, anche e soprattutto sul piano sessuale.

Uno dei primi passi in un percorso tantrico di crescita personale e relazionale consiste nel liberarsi di idee fisse, aspettative e condizionamenti. Un esempio importante è proprio costituito dalla ricerca dell’amore perfetto e dell’anima gemella. La maggior parte delle donne e degli uomini che si rivolgono a noi sono sostanzialmente impegnati nella ricerca dell’amore e dell’anima gemella, del principe azzurro e della principessa rosa, frustrati e feriti dai tentativi falliti e dall’aver ricevuto sofferenza da quella che doveva essere una fonte di gioia e felicità.

Molti si dedicano alla cura maniacale dell’aspetto fisico, nella convinzione che apparire in una luce accattivante e splendente, anche (e soprattutto) se non risponde a ciò che si è davvero, sia il miglior biglietto da visita per attrarre “quello giusto” o “quella giusta”. 

Altri abbandonano completamente il corpo, stanchi della superficialità dei rapporti basati solo sull’attrazione fisica, e si convincono che attrarre una persona più profonda sia garanzia di una relazione autentica e duratura.

Altri ancora cercano percorsi di seduzione, nei quali l’uomo, la donna e la relazione sono visti come computer su cui far girare un programma specifico in modo da ottenere risultati prevedibili e certi.

E poi ci sono quelli che hanno fatto percorsi spirituali più o meno spinti, nella certezza che elevarsi distaccandosi dal mondo materiale li avrebbe condotti alla felicità personale e relazionale.

Nulla di tutto ciò funziona davvero. Perché?

Perché si ritrovano tutti immersi nel dolore e nella frustrazione dei continui fallimenti sentimentali che si ripetono come in un copione prestabilito?

Perché la ricerca dell’amore e dell’anima gemella si rivela sempre vana?

Lasciamo per un istante la parola ad Osho:

«Trovare l’anima gemella significa trovare la persona con cui tutti i tuoi sette centri s’incontrano naturalmente. Questo è impossibile. Una volta ogni tanto può succedere, un Krishna e una Radha, uno Shiva ed una Shakti, e quando succede è incredibilmente bello. Ma è come un lampo, non puoi farci affidamento. (…) Per questo è stato creato il tantra.»

A meno che non siamo esseri illuminati e completamente evoluti,
non si può fare affidamento su qualcosa come incontrare, riconoscere e unirsi all’anima gemella.

Nella ricerca dell’amore e dell’anima gemella per le persone comuni, c’è un errore di fondo, ed è ignorare che la nostra vita e il nostro schema relazionale sono governati dalla parte inconsapevole di noi, da meccanismi che si sono generati nella nostra infanzia e che continuano a determinare come ci comportiamo e quale tipo di partner andiamo a scegliere. In queste condizioni, se anche incontrassimo l’anima gemella, non potremmo riconoscerla.

Chi di noi ha sviluppato uno schema di dipendenza affettiva e vittima, cercherà il carnefice che lo dominerà e farà sentire vittima. Chi è diventato super seduttivo per attirare l’attenzione di un genitore anaffettivo, cercherà un partner anaffettivo che tenterà di dominare aumentando la seduttività. Chi ha maturato la convinzione che i partner siano traditori attiverà meccanismi per selezionare partner che confermeranno la convinzione stessa.

Le ferite infantili costruiscono uno schema e un “corpo di dolore” che cercano di ottenere l’auto-validazione e, allo stesso tempo, un partner che operi come genitore sostitutivo per fornire ciò che è stato percepito come mancante. Si tratta di un meccanismo destinato al fallimento, perché nessun partner può essere un genitore e al tempo stesso un partner affettivo e sessuale, perché non siamo più bambini e perché il meccanismo stesso non è fondato sulla realtà del qui ed ora ma su persone e circostanze di decenni orsono.

Come uscire dal circuito?

Si tratta di un percorso di consapevolezza e presenza nel qui ed ora, che ci porti a rinunciare ad una serie di elementi sabotanti:

• apparire ciò che non siamo,
• inseguire ciò che gli altri si aspettano da noi,
• cercare il completamento in un’altra persona
• pretendere che il partner si conformi alla nostra idea di partner ideale
• pretendere che la relazione si conformi alla nostra idea di relazione ideale

Per ottenere questo bisogna essere disposti ad illuminare, accettare e amare la nostra ombra, il nostro lato oscuro. Solo così saremo in grado di vedere il partner per come è davvero e decidere se accettarlo ed amarlo in modo autentico e profondo, oppure no.

In altre parole, se prima non amiamo noi stessi, diventando adulti, non saremo mai in grado di amare un’altra persona su un piano di profondità che prescinda dai bisogni infantili.

Diamo ancora la parola ad Osho:

«In Oriente abbiamo sviluppato una scienza, per cui anche se non troviamo l’anima gemella la possiamo creare. Questa scienza si chiama tantra. (…) Il tantra è alchimia; può trasformare i tuoi centri, quelli dell’altro, può creare un ritmo e armonia tra te ed il tuo amato. (…) Due amanti possono essere trasformati cosi profondamente che tutti i loro sette chakra possono iniziare ad incontrarsi. Tantra è la scienza che trasforma dei semplici amanti in anime gemelle. E questa è la grandezza del Tantra. Può trasformare l’intera terra; può trasformare ogni coppia in anime gemelle.»

Il nostro esclusivo metodo Active Integrative Method®️ ad approccio tantrico vi conduce su questo percorso di liberazione e d’amore, usando il corpo, la sessualità, l’anima e le emozioni per far emergere il bambino interiore e consentirvi finalmente di maturare, andando a trasformare voi stessi e la vostra relazione in anime gemelle che si fondono nell’energia universale.

Spunti di riflessione:

«Nelle Ande si considera che l’essere umano è un essere sacro, e che la sessualità è un modo di avvicinarsi a un essere umano dell’altro sesso in modo sacro: è una via di conoscenza, è una via di cura, è una via per perpetrare la specie, però allo stesso tempo e soprattutto è una via per entrare in contatto col divino.»
(Hernán Huarache Mamani)

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